PER ONORARE LA MEMORIA DI VITTORIO ED A BENEFICIO DEI TANTI CHE NON CONOSCONO LE ORIGINI STORICHE DEI FATTI CHE LO HANNO PORTATO ALLA MORTE, HO DECISO DI RIPLUBBLICARE QUI I POST CHE AVEVO SCRITTO NEL CORSO DELL’AGGRESSIONE ISRAELIANA “PIOMBO FUSO” CONTRO L’INERME POPOLO PALESTINESE CHE VIVE NELLA STRISCIA DI GAZA.
“””04/01/2009
GAZA: METODI NAZISTI DI UNA SEDICENTE DEMOCRAZIA.
Per meglio comprendere e valutare ciò che avviene oggi nella Striscia di Gaza, non si può prescindere dall’analisi delle ragioni storiche, spesso ignorate dalla maggior parte dei cittadini, italiani e non solo, di un conflitto che da 60 anni insanguina quella terra.
La cattiva coscienza del mondo, all’indomani della fine della seconda guerra mondiale, quasi come atto risarcitorio nei confronti dei milioni di ebrei morti nei campi di sterminio nazisti, portò l’ONU, forse inconsapevolmente, in modo frettoloso, il 30 novembre 1947, ad approvare un piano di spartizione della Palestina allo scopo dichiarato di assicurare “due stati per due popoli”
Il piano fu approvato dalle Nazioni Unite, a maggioranza, con 33 voti favorevoli e 10 astensioni ed assegnava, primo errore dell’ONU, il 56% del territorio agli Ebrei ed il 43% ai Palestinesi determinando, però, di fatto e brutalmente, che almeno 250mila arabi sarebbero stati costretti, come in effetti avvenne, a lasciare le loro case ed intraprendere la strada dei campi profughi dai quali non fu mai concesso loro di rientrare.
Il 14 maggio 1948, con la fine del protettorato inglese su quel territorio, venne proclamato unilateralmente, lo Stato di Israele. Ciò non fece altro che acuire i contrasti perchè i Palestinesi rigettarono, a quel punto, il piano di spartizione dell’ONU.
Infatti, i territori che le Nazioni Unite avevano assegnato alla Palestina erano la Cisgiordania, Gerusalemme est e la Striscia di Gaza che, però, continuavano ad essere amministrati le prime due dalla Giordania e la terza dall’Egitto.
Nel 1956, Israele, approfittando della crisi di Suez, attaccò l’Egitto ma venne, per fortuna, fermato dalla comunità internazionale. Da subito, dopo questo episodio, si comprese la capacità aggressiva ed espansionistica, manu militare, del nuovo Stato.
Nacque così, nel 1964, l’Organizzazione per la Liberazione della Palestina (O.L.P.) che si prefiggeva lo scopo di dare la dignità di una propria rappresentanza ai Palestinesi, affrancandoli dalla dipendenza dai Paesi arabi.
Nel 1967, scoppiò la guerra, detta dei sei giorni, con la quale Israele occupò la Striscia di Gaza, la Cisgiordania e Gerusalemme est. Nel 1973, Egitto e Siria attaccarono Israele. Fu la guerra del Kippur. Israele occupò il Sinai in Egitto e le alture del Golan in Siria. Solamente nel 1979, l’Egitto firmò un accordo di pace con Israele.
Ebbero fine, così, i contrasti tra Israele e gli Stati arabi e, da questo momento in poi, allo Stato di Israele si contrappose solo l’O.L.P. .
Nel 1982, Israele invase ed occupò la parte meridionale del Libano per distruggere, disse, le basi palestinesi.
Dal 1987 al 1992, i Palestinesi iniziarono contro Israele una forma di resistenza popolare chiamata “intifada”
Nel 1993 furono firmati gli “Accordi di Oslo” ma restarono irrisolti i nodi principali da sciogliere: la nascita, dopo 45 anni dall’esistenza dello Stato di Israele, di uno Stato palestinese indipendente, il ritorno dei profughi palestinesi, il controllo delle risorse idriche e lo status di Gerusalemme.
Nel 1994, anche la Giordania firmò un accordo di pace con Israele e nelle zone che dovrebbero diventare il futuro Stato palestinese incominciò una forma di autogoverno guidata dall’Autorità Nazionale Palestinese, con Arafat presidente.
Mentre si riduceva la pressione internazionale per disinteresse dell’ONU, Israeliani e Palestinesi non riuscivano a trovare un accordo e la tensione ricominciò a salire sino a scatenare, nel 2000, dopo la provocatoria “passeggiata” dell’allora candidato premier Ariel Sharon sulla Spianata delle Moschee.
Il conflitto, di fatto, incominciò a scemare dopo l’11 novembre 2004, alla morte di Arafat.
Il governo israeliano e le principali potenze mondiali si dichiararono pronte ad un nuovo confronto con i Palestinesi.
A gennaio 2005, venne eletto a successore di Arafat, Abu Mazen il dialogo riprese ed Israele decise di sgomberare la Striscia di Gaza, occupata dal 1967.
L’esercito di Tel Aviv sgomberò con la forza i coloni israeliani che si erano installati e lasciò l’amministrazione ai Palestinesi.
Il 25 gennaio 2006, però, le elezioni politiche in Palestina sancirono la vittoria del partito armato degli islamisti di Hamas.
Oggi, 2009, Israele è in agttesa di elezioni politiche previste per il 28 marzo per cui questi attacchi violenti e sconsiderati contro la Striscia di Gaza vengono considerati propaganda elettorale mentre, dopo 8 giorni di attacchi aerei e dell’invasione via terrestre dei carriarmati, sono morti oltre 440 palestinesi ed oltre 2000 i feriti tra cui, molti, gravissimi.
Per meglio comporendere l’esercizio muscolare di Israele nei confronti dei Palestinesi, è sufficiente ricordare che BEN 72 FURONO LE RISOLUZIONI DELL’ONU DI CONDANNA CHE ISRAELE NON HA MAI APPLICATO, NEMMENO UNA, GODENDO DELLA PROTEZIONE USA CHE PIU’ DI UNA VOLTA HA ESERCITATO IL SUO DIRITTO DI VETO IN SENO AL CONSIGLIO DI SICUREZZA, di fatto, non ha permesso nessun intervento per farle rispettare.
Ed a proposito di Israele e del suo rispetto per le “REGOLE INTERNAZIONALI” e per le risoluzioni dell’ONU ma anche della sua pericolosità nucleare, è qui opportuno riportare quanto ha dichiarato Martin Van Crevel, professore di storia militare presso l’Università ebraica di Gerusalemme (http://www.rense.com/general34/esde.htm). Nel corso di un’intervista avrebbe affermato che Israele ha la capacità di colpire con armi nucleari la maggior parte delle capitali europee: “””POSSEDIAMO DIVERSE CENTINAIA DI TESTATE NUCLEARI E DI MISSILI CHE POSSIAMO LANCIARE SU BERSAGLI IN TUTTE LE DIREZIONI, PERSINO VERSO ROMA. MOLTE CAPITALI EUROPEE SONO IL BERSAGLIO DELLA NOSTRA AVIAZIONE MILITARE”””.
Lo stesso Crevel, avrebbe, inoltre, dichiarato che l’unica strategia significativa nei confronti del popolo palestinese è la “””DEPORTAZIONE COLLETTIVA””” e che l’attuale governo sta aspettando il momento giusto per farlo. Ed alla domanda se non si preoccupasse del giudizio e delle conseguenze internazionali qualora Israele attuasse tale deportazione di massa, Crevel avrebbe risposto citando quanto ebbe a dire l’allora Ministro della difesa israeliano Moohe Dayan “””ISRAELE DEVE ESSERE COME UN CANE RABBIOSO, TROPPO PERICOLOSO DI IMPORTUNARE. COMUNQUE LE NOSTRE FORZE ARMATE SONO LA SECONDA O TERZA POTENZA DEL MONDO. ABBIAMO LA CAPACITA’ DI PORTARE IL PIANETA ALLA DISTRUZIONE INSIEME A NOI E VI GARANTISCO CHE E’ QUELLO CHE SUCCEDERA’ PRIMA CHE ISRAELE SPARISCA”””.
Per fortuna, non sono queste le dichiarazioni del grande scrittore ebreo David Grossman, che ha perso un figlio in guerra, “””ISRAELE HA DEI NEMICI CHE E’ IMPORTANTE ASCOLTARE”””, e di Adam Keller,
leader del gruppo pacifista israeliano Gush Shalom.. Adam Keller, raffigurato a fianco in una manifestazione di questi ultimi giorni, ha puntato l’attenzione sul collegamento tra le operazioni militari attualmente su Gaza e le prossime elezioni politiche in Israele. Infatti, egli ha sostenuto che la ministro degli esteri Tzip Livni e quello della difesa Ehud Barak, due dei principali candidati, hanno avuto in questi giorni una notevole ribalta mediatica che potrà trasformarsi in vantaggio elettorale alle prossime elezioni.
Se così fosse, e forse lo è, quella di Gaza non è altro che una arrogante carneficina elettorale portata avanti con una logica ed una metodologia che avrebbe fatto invidia anche ai nazisti; un cosciente massacro del popolo Palestinese che tende solamente a bloccare anche il processo di pace ed a destabilizzare l’area rafforzando i due fronti integralisti, quello arabo e quello israeliano, prima che Bush, il teorico della guerra preventiva, esca dim scena e si insedi il nuovo Presidente degli Stati Uniti d’America.
Intanto centinaia, forse migliaia di cittadini, vecchi, donne e balbini sono già morti e forse altri ne moriranno mentre nei giorni scorsi una nave pacifista di “FREE GAZA””” è stata speronata dalla Marina israeliana, piratescamente, in acque internazionali di frontge alla città di Haifa. A bordo della nave c’erano anche 4 medici ed una tonnellata di materiale sanitario destinato agli ospedali di Gaza dove i cittadini palestinesi, se non muoiono per gli effetti del fuoco israeliano, muoiono per mancanza di assistenza medica e di medicine.
Il “cane rabbioso” di cui parlava Dayan, non si è limitato solo ad abbaiare mostrando i denti. Ha lacerto le carni vive dei civili inermi, con buona pace del nostro ministro degli esteri che ha parlato di diritto all’autodifesa di Israele. “””LA SECONDA O TERZA POTENZA MILITARE DEL MONDO””” contro “””UN ESERCITO DI STRACCIONI””” che, spesso, ha solamente i sassi da lanciare contro gli INVASORI.
Questo è il concetto di democraziua propagandato dal governo italiano ed acriticamente accettato ed ingoiato, senza fare juna piega, dall’opinione pubblica che non c’è, neanche tra i miei interlocutori, i quali preferiscono parlare, scrivere e riflettere di altro che non richiede molto impegno sociale e morale.
Ma, per cortesia, NESSUNO CONFONDA IL “””POPOLO EBREO””” CON LO STATO DI ISRAELE!!!
A G G I O R N A M E N T O
05/01/2009: Come previsto, gli USA si sono opposti alla risoluzione contro Israele che era stata presentata, per la discussione, al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite dalla Libia. (NEMESI STORICA! N.d.R. 30.04.2011).
Il Segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-Moon, ha avuto parole durissime per Israele, condannando le uccisioni di civili palestinesi e parlando di “SITUAZIONE DA INCUBO” a Gaza.
Ciò mentre l’ambasciatore USA all’ONU Khalilzad faceva sapere che gli USA si opporranno a qualsiasi risoluzione di condanna dello stato israeliano!
Intanto, un’agenzia delle 08,43 di stamani informa che “””L’ESERCITO ISRAELIANO E’ ORMAI ARRIVATO FINO ALLA PERIFERIA DI GAZA CITY ATTACCABDO CON I CARRI ARMATI. VIOLENTI COMBATTIMENTI TRA MILITARI ED I MILIZIANI DI hAMAS SI SONO SVILUPPATI ATTORNO AL CENTRO ABITATO CHE VIENE COLPITO DALL’ARTIGLIERIA.ALMENO 500 PALESTINESI, FRA I QUALI 87 BAMBINI, SONO RIMASTI UCCISI DALL’INIZIO DELL’OPERAZIONE “PIOMBO FUSO”. “””.
E, naturalmednte, il ministro Livni continua ad assicurare cge Israele sta conducendo un’operazione difensiva. SOLO LE FACCE DI BRONZO POSSONO FARE SIMILI AFFERMAZIONI!!!
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