Si sarebbe tentati di dire che Marchionne è un caso umano, se per qualche verso non fosse disumano. Ma il vero caso umano o disumano è la classe dirigente italiana che ne ha permesso l’ascesa ai vertici del più grande gruppo industriale italiano pur non avendo alcuna esperienza industriale, lo ha vezzeggiato, esaltato, creduto senza capire che stava portando la Fiat al disastro. O ancor peggio accorgendosene, ma tacendo.
Marchionne non è solo Marchionne, ma un simbolo, una metafora in carne ed ossa del nostro declino, del vivere alla giornata senza progetti o visioni generali. In appena tre anni ci ha presentato un sillogismo che non torna, mentre l’oligarchia del Paese ha continuato a far sì con la testa, come quei cagnolini sul lunotto posteriore di un piccolo mondo ormai antico. Nel 2009 il nostro impegna tutte le risorse Fiat per prendere il controllo di Chrysler, marca in crisi ormai da…
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