L’estate del 2012 verrà ricordata a lungo per il bunga bunga. Non mi sbaglio, non mi confondo con il 2011, con le cene eleganti, le nudità bambine offerte al capo e quelle più stagionate a fare da mezzane: l’anno scorso e quello prima l’imperatore mise a nudo i suoi vizi, ma questa torrida estate di Ulissi e Minosse assistiamo al denudarsi drammatico e sconcertante della politica che mette in luce la sua incastellatura di potere, mentre ideali, programmi, proclami, narrazioni non appaiono che un trompe l’oeil di cartone, un’illusione ottica. Quel che resta del giorno.
E’ questo il filo che lega le manovre presidenziali per chiudere nel cassetto della cattiva coscienza la trattativa Stato – mafia e il verminaio che emerge giorno dopo giorno sulla trattativa Stato – Ilva: un potere ormai avulso dalla vita reale del Paese che patteggia al di sopra e al di sotto di esso con altri…
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