E’ un bene che esista Marchionne. Se non ci fosse lui i vizi, le miserie, la mediocrità e la mascalzonaggine della classe dirigente italiana avrebbero bisogno di molti personaggi per essere rappresentati: ci vorrebbero il bugiardo assoluto, il ricattatore, l’infido, il vigliacco, l’ottuso, il prepotente, il golpista, l’inadeguato, ognuno preso per la grossolana purezza di una di queste caratteristiche. Non che mancherebbero i soggetti, anzi ci sarebbe solo l’imbarazzo della scelta, però verrebbe meno quella sintesi esemplare che non soltanto fa da bignami nell’esplorazione della lotta di classe al contrario cui stiamo assistendo, ma illumina una caratteristica essenziale delle “virtù” elencate prima: non si tratta solo difetti personali, ma il prodotto di un universo sociale ed economico che li esige e li presuppone.
Quello stesso universo che si sintonizza sul multiforme manager e fa finta di credere alle menzogne più clamorose come quella della Fabbrica Italia, tesse l’elenco degli errori…
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