Bersani ha vinto, come previsto, ma con numeri anche più alti del previsto dal momento che al rottamatore è mancato al ballottaggio quel 16% di votanti estranei al centrosinistra che secondo la Società Italiana di Scienza Politica, erano accorsi a dar manforte a Renzi al primo turno. Così Bersani, onusto anche dei voti vendoliani, è ora il candidato premier non di uno ma di ben due partiti. Al sindaco di Firenze va infatti dato il merito di aver messo in luce, con estrema chiarezza, l’esistenza dentro il Pd di una forte area conservatrice di ispirazione neoliberista che deriva dalla lenta fermentazione catto reazionaria della Margherita.
La rottamazione, il nuovismo, l’ insofferenza per apparati marci e immarcescibili insieme, è stato il pretesto, il pareo dietro il quale si è pudicamente nascosta questa realtà che tuttavia è apparsa inequivocabile in ogni singola dichiarazione di Renzi e pure in quel suo programma spot di…
View original post 518 altre parole