Anna Lombroso per il Simplicissimus
“Non è possibile che un uomo meticoloso, attento, preciso, fosse solo, in riferimento a quell’impianto così trascurato”. Il Fatto quotidiano riporta la sconcertante tesi sostenuta dalla difesa dell’ad di Thyssen Harald Espenhahn, al processo di appello a Torino per il rogo dello stabilimento torinese in cui nel 2007 persero la vita sette operai. Gli avvocati hanno chiesto di annullare l’avviso di chiusura delle indagini e quindi il processo di appello. Per la difesa il rogo non fu colpa di Espenhanh, ma degli operai, che non avrebbero osservato le norme di sicurezza e le procedure di controllo. Secondo il legale gli obblighi di controllo e vigilanza nelle singole attività produttive delle linee degli impianti, applicati da Espenhanh con una prudenza e una minuziosa proverbiale precisione “non sarebbero bastati a impedire quella sequenza causale così particolare che si è verificata quella sera, favorita invece dall’imprudenza degli…
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