Anna Lombroso per il Simplicissimus
Nei giorni scorsi mi sono concessa un amaro passatempo: stampare i programmi dei partiti del voto utile e delle loro coalizioni, poi mescolare i fogli per confermare il sospetto dell’inesorabile interscambiabilità, della genericità bipartisan, dell’imperio del luogo comune universalmente accettabile. Come in quel gioco di tanti anni fa, il Tubolario, quel tubo di cilindri rotanti ognuno dei quali recava una frase gergale: “La confluenza verso obiettivi comuni, su indicazione della base, presuppone il riorientamento delle linee di tendenza in atto in una visione organica..”, per esempio, che con l’opportuna rotazione contribuiva alla costruzione di un discorso prolisso, vuoto di significato eppure “specialistico”, perfetto de dire senza dire nulla.
E così la sicurezza – interscambiabile con la legalità, l’ambiente, l’istruzione, i beni culturali, l’edilizia pubblica, le foreste, gli animali da compagnia, le differenze di genere – non deve essere più considerata un costo, ma un investimento…
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